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Comune di Bolzano: Spagnolli ancora Sindaco, Urzì non passa (vediamo i perchè)

Pur se non con un risultato bulgaro-plebiscitario, ma con uno score discreto (57,7% versus 42,3% di Alessandro Urzì) Gigi Spagnolli torna ad essere sindaco di Bolzano per la terza volta, fatto inaudito e comunque realizzato per la prima volta. 

Non certo per meriti propri, anzi: ricordiamo solo qualche episodio di una politica contraddittoria, mai realmente al servizio del cittadino: improvvide prese di posizione a favore di Don Dino, ex-dirigente scolastico del "Rainerum" bolzanino, quando questi aveva sostanzialmente imposto una sorta di "giuramento dello studente" in chiave anti-gay, salvo poi accreditarsi presso l'associazione "Centaurus", dichiarazioni non solo affrettate ma decisamente sciocche contro Israele, quasi nel senso di un boicottaggio delle merci provenienti da quello Stato, l'entusiasmo mai negato verso il piano "Benko", nessun vero dissenso verso la politica provinciale quando blocca l'uso della bandiera italiana il 24 maggio... 

So che mi si può imputare di seguire la politica bolzanina da lontano (forse è vero, bisognerebbe stare in città per scriverne, ma giornali, Internet, conversazioni con amici suppliscono alla conoscenza diretta, almeno in gran parte), ma alcuni fatti sono innegabili e così chiari da non richiedere ulteriore commento. 

A quali elementi va fatta risalire la riconferma di Spagnolli: A) Il massiccio sostegno da parte dell'SVP, per cui si può parlare di un'"elezione blindata". Anche chi (di lingua tedesca) non ama Spagnolli, lo ha votato "turandosi il naso", per riprendere la storica espressione di Indro Montanelli, riferita, all'epoca, alla DC. Ma la SVP è entrata con queste elezioni in un momento molto critico di rapporto proprio con il suo elettorato: varrà il prezzo chiesto per l'appoggio a Spagnolli? B) L'associazionismo ha trovato in Spagnolli sponde sicure e fin troppo comode. Enumerare le associazioni favorite sarebbe scorretto, ma si tratta di una realtà da non trascurare; C) L'appoggio della Chiesa cattolica è stato palese nel corso degli anni (la proposta di candidare Gigi Spagnolli risale, e la cosa non è mai stata smentita... a Don Paolo Renner, peraltro valido teologo). Qualcuno/a avrà anche detto: un buon motivo per non votarlo. D'accordo, ma la vecchina e il vecchietto la pensano diversamente... ; D) Un altro vero motivo è la paura innata nei Bolzanini, timorosi di cambiare: conformisti, attaccati a tradizioni anche recenti, non hanno mai votato un candidaro laico; E) Spagnolli, con i suoi limiti, ha però ricevuto l'appoggio di chi fa parte del "gruppo di gestione" della città e anche della Provincia, ai quali evidentemente da garanzie di continuità.

 Ma vediamo anche le "colpe" dello schieramento avverso: Urzì proviene da una tradizione politica lontanissima da quella nella quale mi riconosco, ma ultimamente ha dimostrato pragmatismo, capacità di formare un "rassemblement" anche diverso da quello tradizionale della "destra". Ma proprio il suo passato nel partito della Destra bolzanina ne fa oggi la vittima di attacchi distruttivi - tutti sul personale - provenienti proprio, e solamente, da suoi vecchi camerati. 

La diaspora del MSI andrà studiata, anche guardando alle storie delle persone, finite nei partiti più diversi, mettendo in generale in mostra forti limiti.

C'è da dire che uno dei limiti tra i più evidenti della Destra in queste elezioni è stato proprio il non saper trasmettere all'elettore il senso di un nuovo disegno di città, diverso da quello di Spagnolli. Le scelte politiche di quest'ultimo non sono state certo il centro della campagna, quanto lo sono stati invece gli attacchi e le critiche alla persona. 

Ma quale è, per me, il motivo che più ha inciso nell'immediato delle scelte di molti elettori? Credo anche la presenza, tra i tardi-convertiti al voto "Pro Urzì", di quelli di "Casa Pound", movimento neofascista, con dichiarazioni sanzionabili anche penalmente dell'esponente politico Bonazza.

Mi pare evidente, più in generale, che certi appoggi al candidato del Centro-Destra sono arrivati tardi e in maniera parziale e contraddittoria. 

Eugen Galasso

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