L'enciclica di Papa Francesco

Dopo l'"Evangelii Gaudium", redatta (pare) insieme con Benedetto XVI°, ora quest'enciclica, "Laudato si. Sulla cura della casa comune'" totalmente di Papa Francesco, è veramente "francescana", prendendo spunto dal "Cantico delle creature" di Francesco d'Assisi, di cui riporta i versi.
Enciclica "ecologica", "verde", si è detto e, siccome le encicliche sono pubblicate, cioè rese edotte ad gentes, ad rem publicam, a tutti/le persone di buona volontà, è lecito confrontarsi con esse in modo esplicito. 

Il rapporto con la natura per il credente, vuol dire confrontarsi con il luogo naturale che Dio ha destinato all'uomo, creazione alla pari dell'uomo, pur se della creazione stessa l'uomo è il culmine; per il non o diversamente credente, per l'agnostico etc., la natura è parimenti il luogo in cui vive e in cui ha interesse a stare bene, rispettandola, dunque, in ogni modo.  Pieno di richiami scritturali e magisteriali (a "Lettere encicliche dei suoi predecessori", a documenti vari di Collegi episcopali di diversi paesi, al "Catechismo della Chiesa cattolica") ma anche a documenti della Chiesa ortodossa e a un pensatore come Romano Guardini, veronese, che però scrisse in tedesco, che si era occupato a lungo e dettagliatamente della questione, allora non molto "in voga" (Guardini muore nel 1968), tanto per smentire la "congiura interna" dei vecchi e nuovi integralisti e "sanfedisti" cattolici (Antonio Socci, quasi un "teorico" di CL-Comunione e liberazione non perde occasione per accusare Papa Bergoglio di scarsa consistenza teologica, se non di eresia), il testo è originale, forte e deciso, capace di unire ecologia e questione sociale, denunciando esplicitamente una "tecnologia legata alla finanza" (paragrafo 20), dove certo i banchieri e i loro difensori a oltranza non godono (senza banche non si può andare, d'accordo, ma chi ha mai detto che non si possano controllare?) come anche la sua accelerazione in progressione geometrica, anzi a tratti folle, che rischia di depauperare l'ambiente, portando al riscaldamento globale, ma anche all'innalzamento del livello del mare (sempre più inquinato, ça va sans dire), dove sotto accusa esplicita è il "modello di sviluppo basato sull'uso intensivo di combustili fossili" (paragrafo 23).

Ma, sempre, Papa Francesco lega la questione ecologica a quella lato sensu sociale, a differenza di certa "catatonia verde" (pensiamo alla cosiddetta "deep ecology"), quando afferma senza remore che: "Già si sono superati certi livelli massimi di sfruttamento del pianeta, senza che sia stato risolto il problema della povertà" (par.27). Ancora: "Un vero approccio ecologico diventa un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull'ambiente, che deve ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri" (par.49), né manca la condanna di quelle posizioni (di stampo iper-capitalistico), che propongono solo una riduzione della natalità, "invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare a un mondo diverso" (par.50).

Mi sono limitato qui solo a una breve analisi del testo, dove però si vede come l'approccio sia più che significativo. In un supplemento di domenica 21 giugno 2015, "El Paìs", ospita vari interventi, tra i quali quello di Carlos E.Cué (p.5 del supplemento interno "Laboratorio de Ideas"), periodista (giornalista) attento, che scrive che "da buon peronista, il Papa è pragmatico e molto politico". Può essere, del resto, la voce relativa al suo "peronismo" è nota (chi scrive è sempre stato molto aperto verso il peronismo, per molti troppo...peraltro Peron è ampiamente rivalutato nelle opere di uno storico recentemente scomparso come Eduardo Galeano), ma convince maggiormente quanto scrive, sempre colà, Juan Arias, già sacerdote, teologo e studioso, già attivo durante il Concilio Vaticano II°, per il quale "il Papa Francesco pare disposto a un'altra rivoluzione, che, diversamente da quella del Concilio di Giovanni XXIII°, è più umana, sociale e anche politica" (testo cit., p.3). E non dimentichiamo l'entusiasmo di Leonardo Boff, teologo della liberazione, Brasiliano di origini friulane, che, in un'intervista a "RaiNews international", afferma che il Papa ha fatto suo il concetto di "Ecologia integrale", propugnato dallo stesso Boff praticamente in tutte le sue opere, da circa vent'anni in qua. 

Eugen Galasso

Last modified onDomenica, 05 Giugno 2016 21:37