Bettino Craxi, dopo 20 anni inquieta ancora
Bettino Craxi (1934-2000), non a caso, inquieta ancora coscienze e convincimenti politici.
- Published in Dibattito socialista
- Written by Eugen Galasso
Bettino Craxi (1934-2000), non a caso, inquieta ancora coscienze e convincimenti politici.
Era forse inevitabile che nel Ventennale della morte, sostanzialmente in esilio, di Bettino Craxi ad Hammamet (Tunisia) uscisse un film come quello intitolato appunto con il nome della città tunisina, regista Gianni Amelio, protagonista (che ha lavorato à la Stanislawskj, ossia seguendo l'immedesimazione anche fisica nel personaggio) Pierfrancesco Favino, una garanzia nell'attuale cinema made in Italy.
Parallelamente anche il giornalista Fabio Martini pubblica la biografia "Controvento" (Rubbettino, editore), quando da poco era in libreria "Presunto colpevole" di Marcello Sorgi.
Jeremy Corbyn, che molti/e credevano astro nascente della sinistra anti-riformista e"dura" (a livello europeo), si è rivelato invece un fallimento elettorale, nelle recenti elezioni di inizio dicembre.
Ieri, durante la trasmissione "Stasera Italia Weekend" lo scrittore e notista politico Pierangelo Buttafuoco, parlando della vexata quaestio ILVA e in genere di una ripresa industriale in Italia, ha fatto cenno, in maniera significativa, a Bettino Craxi, definendolo "vero sovranista" (come dire: a differenza di Salvini).
Michele Achilli, nato nel 1931, milanese, storico esponente del PSI quando esisteva, invero della sinistra socialista, lombardiana e non (inutile qui entrare in merito), architetto e urbanista, scrive un breve saggio in "Il Ponte", anno LXXV, n.3, maggio/giugno 2019 su "Un'area socialista totalmente in frantumi", a pp.19-21.
Gianni De Michelis, a 78 anni, se ne va per sempre. Fedele fino alla fine, a Bettino Craxi (chi scrive, lo ricorda piangente in TV, dopo l'annuncio della morte del leader naturale), esponente del socialismo italiano ed europeo, per anni boicottato e bistrattato da chi aveva interesse a farlo (Enzo Biagi lo definiva "avanzo di balera", e sui locali da ballo ci scrisse infatti un libro!), rimane l'esponente di una filosofia di vita troppo spesso considerata tout court gaudente e spensierata, come se De Michelis non si fosse impegnato in quanto faceva: tante volte ministro, comunque sempre a ricoprire incarichi importanti, docente di chimica.
Il 25 aprile terreno di scontro, ancora oggi (a più di settant'anni di distanza) valore non condiviso, il che fa riflettere sull'ignoranza storica diffusa.
Si malignava, due mesi e qualcosa fa, quando fu catturato, che Cesare Battisti, per Di Maio, fosse preso per Lucio Battisti e fiorivano barzellette su Mogol e Battisti, intendendo Lucio...
O tutto ormai è molto flou (e lo è, per davvero), oppure qualcosa non mi torna: certo, Bobo (Roberto, per chi è più serio) Giachetti, terzo piazzato (dunque ultimo) nella terna delle primarie PD nella quali ha prevalso Zingaretti, doppia tessera PD-Partito Radicale Transnazionale, sembra sia stato massicciamente votato dai Renziani (oltre che dallo stesso Renzi).
Ora è la volta di Renzi: nel circo mediatico-giudiziario, che vuole condannare qualche politico scomodo (magari solo situazionalmente) ogni tanto si accende una lampadina: ora è quella di Matteo Renzi, i cui genitori sono agli arresti domiciliari. La separazione tra i poteri (esecutivo-giudiziario-legislativo), previsto dalla Costituzione e teorizzata da Montesquieu, non sembra valere, ormai più gran chè.
Il Senatore Elio Lannutti, forse non lo sa (l'ignoranza storica alligna...), ma i "Protocolli dei Savi di Sion" sono un falso dell'Ochrana, la polizia segreta zarista,che diffuse questo falso (la cosa è sicura al 100 %) nei primi anni del 1900. Il testo, calunnatorio, fu diffuso a mero scopo di propaganda antisemita.
Come sempre Claudio Martelli non dice né scrive banalità: lucida la sua analisi sulla crisi della sinistra ("Sinistra in declino", ne "QN" di lunedì 15 ottobre) dove sostiene come la sinistra cada oggi, da un lato economicamente, a causa delle strette imposte dalle contingenze oggettive, dall'altro politicamente, sulla spinta dei populismi per ora "vincenti".