Post referendum: nessuna tragedia economica o istituzionale, ma continua a far strage la demagogia
- Written by Pietro Vittorio
- Published in Politica italiana
Il voto popolare (ampio) per il NO alla proposta di modifica costituzionale elaborata dal Governo Renzi non ha avuto le temute catastrofiche conseguenze fatte di inferno in Borsa, chiusura degli sportelli delle banche e dei punti prelievo Bancomat, di minacciose reazioni da parte dell'Europa e così via paventando. Anzi, è stato smentito in pieno l'argomento di certi supporter del NO secondo i quali erano "le lobby internazionali, JPMorgan, Bildenberg, lobby ebraiche americane varie, a spingere da dietro le quinte per la vittoria del SI, minacciando sfraceli in caso contrario". Beh, nessun sfracelo. E forse, quindi, nessuna lobby!
La considerazione che si può tentare di fare per riassumere quanto accaduto è che la proposta di nuova Costituzione fatta da Renzi non è piaciuta (vedremo quando se ne faranno delle altre se piaceranno, se saranno ritenute più serie) soprattutto perchè di lui non ci si è fidati: troppe le cose improvvisate in questi mesi senza veri effetti positivi, troppe le promesse senza riscontro, troppa l'incapacità di affrontare i problemi italiani più veri e più incidenti sul suo livello economico, sul suo livello di debito, sul futuro dei suoi cittadini.
Adesso, però, passato il voto, ecco che la demagogia continua, continua a far danni proponendo soluzioni semplici a problemi complessi, proponendo soluzioni che appaiono belle e semplici ma che, appena appena le si vuole approfondire nei loro risvolti, appaiono tutt'altro che belle e tutt'altro che semplici.
E' il caso delle elezioni, anzi delle "elezioni subito". Certo, è un bel proposito: finalmente il popolo si può pronunciare (ma la domanda è: su che? chi ci sta proponendo una prospettiva? o si sente solo un bel coro di "IO, IO" come se dovessimo affidare tutto a qualcuno che poi "saprà bene cosa fare, lui" e noi poveri ignoranti e incapaci mentali aspettiamo i frutti della sua bravura), ma basta chiedersi, "ah, si, ma come si vota? si elegge la Camera o anche il Senato? e come vengono contati i voti, con il proporzionale o con premi di maggioranza, e di quanto sono questi premi di maggioranza, ecc. ecc." Forse è importante capire anche quali regole si usano per capire chi vuole le elezioni subito, e se il suo personale vantaggio corrisponde al vantaggio complessivo del Paese.
Intanto partono le consultazioni dal Presidente dela Repubblica. Per non farne il solito rito di pissi pissi bau bau sarebbe stato bello che si presentassero delle squadre che chiedono a Mattarella di avere l'incarico per fare questo e quello. Per dire, se Berluscono avesse insistito sull'azione che stava svolgendo Parisi sarebbe potuto salire al Quirinale e dire "ecco, io ho un candidato Presidente del Consiglio e una serie di punti che voglio vengano affrontati e risolti. Ho il consenso di tizio e caio (vuoi che Lega e Fratelli d'Italia non ci stiano ad un Governo serio?) e posso raccogliere anche il consenso - sulle cose che voglio fare, non su nomi o vaghi "scopi" - di altri partiti e di altri parlamentari. Ho i numeri, ho gli obiettivi politici, ci dia l'incarico perchè questo è il bene dell'Italia."
Invece si farà pissi pissi su Governi a termine (per cambiare, appunto, la legge elettorale, e andare a votare, ma anche qui: quali gli indiirizzi sui contenuti di questa legge? Vaghi, naturalmente), su Governi di scopo, e via con discorsi vaghi che hanno stufato ma, soprattutto, che sono diseducativi per la coscienza civica.
Insomma, se la campagna elettorale per il referendum è stata sinceramente un inno alla demagogia ed alla presa in giro dei cittadini, tutto fa temere che anche il post referendum sarà dedicato al balletto della demagogia e della presa in giro dei cittadini.
Non è quello di cui l'Italia ha bisogno. Non è quello di cui la democrazia - per essere il nobile strumento di promozione della giusta politica sostenuta dalla maggioranza dei cittadini - ha bisogno. Anzi.
Pietro Vittorio