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Opinioni (44)

Simone Cristicchi e la figura di David Lazzaretti

Nell'edizione dizione di sabato 23 luglio il "Quotidiano Nazionale" pubblica un'intervista a cura di Andrea Spinelli a Simone Cristicchi, intelligente showman, cantautore, attore, autore, regista, che stavolta "riscopre" teatralmente un grande dimenticato-inquietante dell'Ottocento italiano, David Lazzaretti, di Arcidosso, "Il profeta dell'Amiata" (1834-1878 - Lazzaretti muore ucciso da un "regio carabiniere" - un delitto di Stato? La tesi esiste). Essendomi occupato parecchio di David Lazzaretti, con saggi e interventi vari, avendo avuto contatti (ovviamente da laico. non aderente) con la Chiesa giurisdavidica, ispirata da Lazzaretti, dirò che alcune affermazioni di Cristicchi sono sconcertanti.

Fatta salva la dinamica di un'intervista, che può dar adito a fretta e confusioni, dirò che Cristicchi, forse nell'entusiasmo per la cosa, afferma perentoriamente e apoditticamente: "Lazzaretti era un pazzo, un eretico, un sognatore. Uno che credeva di poter realizzare sulla terra una società nuova basata sulla pace e la fratellanza universale". Poi invece parla di un "folle" ideologo di una rivoluzione possibile, perché si sa che i manicomi traboccano di santi e i calendari sono pieni di visionari".

Se la seconda parte del ragionamento è in gran parte accettabile, da discutere senza critiche sostanziali, in parte "vera", è la prima parte che è contraddittoria rispetto alla seconda (dove Cristicchi virgoletta "folle") e in sé: tutti i "pazzi" sarebbero sognatori ed eretici? Ma poi, che cos'è la "pazzia"? Risparmiando qui una riflessione su questo punto.

Non sarà invece che i differenti poteri hanno bisogno di emarginare qualcuno gridando al "pazzo", se non serve più l'argomento religioso e la scomunica all'"eretico", affermando che qualcuno è "sognatore" o "visionario" se progetta e prospetta realtà sociali e politiche migliori, più vivibili o almeno ritenute tali.

Vedremo volentieri "Il secondo figlio di Dio; vita, morte e miracoli di David Lazzaretti", ossia lo spettacolo di Cristicchi, ma era interessante rilevare qualche aporia nell'approccio dell'artista, che riflette un modo entusiastico e non sempre troppo "scientifico" per rapportarsi a un personaggio e a un tema ancora "scottanti".

Eugen Galasso

I radicali cercano una strada dopo Pannella

In un dibattito fiorentino recente, gli ormai quasi assenti radicali hanno voluto ricordare, presentando il libro di Mario Lensi "Oltre Chiasso", l'opera di Marco Pannella che era "il Partito radicale" (lo dice Lensi stesso, ma anche Vincenzo Donvito, presente, e Andrea-Maijd Valcarenghi, che per il libro ha scritto la prefazione) e il Partito radicale transnazionale.

Ma...facit: A) il partito radicale transnazionale non esiste più (lo dicono loro stessi-e); B) anche il Partito radicale attivo in Italia è dilaniato dalle lotte tra pannelliani e boniniani (idem, detto anche da loro),  C) il progetto di nonviolenza e Satyagraha gandhiano rimane un "tèlos", un nobile fine da raggiungere, ma sempre contraddetto dai fatti.

Nuove strategie, dice Lensi, che propone, invece di elezioni e referendum (che un tempo per i radicali erano "the promised land", la Terra promessa, si noti), il sorteggio come nella pòlis ateniese: ora, oltre al fatto che in Atene dalla partecipazione alla vita politica erano esclusi schiavi, donne (sic!) e stranieri, il sorteggio funziona quando la società è composta da poche persone, mentre nel sorteggio oggi, nella megalopoli nazionale e e globale, possono "prevalere i pessimi" (lo diceva Vincenzo Cuoco nel suo "Saggio sopra la rivoluzione partenopea del 1799"), ossia i peggiori, ma anche esserci giganteschi brogli.  

Non sono certo io a negare i notevoli meriti storici del partito radicale,anche se non sempre e su tutto, ma forse i radicali rimasti, anche se "mave sanza nocchiero in gran tempesta" (Dante, che parlava dell'Italia - e va bene tuttora) dovrebbero riflettere sulla loro dipendenza assoluta da un leader e sulle loro non poche contraddizioni economiche (sono spesso stati/e apologeti del neoliberismo).    

Eugen Galasso

Crollo delle ideologie?

Da sempre vedo negativamente "il crollo delle ideologie", che poi si traduce nel crollo dei valori sociali e politici, nel qualunquismo menefreghista imperante. "Ideologia" solo nell'accezione marxista accettata (non in tutto il marxismo) ha un valore negativo.

Referendum costituzionale d'autunno: alcune considerazioni

Come sempre Claudio Martelli sa porre le questioni e le "risolve" con intelligenza. Confrontandosi con il prossimo referendum costituzionale d'autunno che implica la riforma del Parlamento, in particolare del Senato, l'ex-vicesegretario del PSI e studioso propone la sua visione (ne"QN", 19 maggio 2016, pp.1-2): "Sarebbe stato meglio proporre una riforma presidenziale limpida, dichiarata, con tutte le garanzie e i contrappesi di un sistema collaudato in tante democrazie". (read more_clicca sul titolo)

Ballottaggi

Verrebbe voglia di parlare d'altro: A) del perché l'anziano, claudicante, infermo ex-leader dei Verdi austriaci abbia battuto l'aitante Norbert Hofer, nazional-liberale. Per paura, l'Austriaco medio vuol pace e tranquillità ("I will ma Ruaha"), una paura che può essere incoraggiante per il "di qua del Brennero" (Hofer caldeggiava espressamente la "Wiedervereinigung", la riunificazione dei 2 Tiroli) ma non è un test probante sull'Europa (ben altro peso avrà la Gran Bretagna con il referendum); B) dell'attualità di Marco Pannella, contestabile in certi momenti (anche duramente) ma uno dei pochi leader politici "sopportabili": mi piace ricordare che lo stimava e ci collaborava anche Bettino Craxi, come racconta Claudio Martelli in "QN" di sabato 21 maggio.

Ma veniamo al tema specifico: l'elezione del Sindaco di Bolzano, giunta alla fase del ballottaggio il 22 maggio. (read more-clicca sul titolo)

Le Farc colombiane: un libro le assolve

Chi scrive, marito di una donna colombiana, parlante e leggente/scrivente in spagnolo, dopo essere stato due volte in Colombia, è riuscito a scrivere di miti colombiani e di poesia-letteratura colombiana, circa 3 anni fa anche di pedagogia, anche su questo giornale online, con uno scambio epistolare con un'assistente sociale di Buenaventura/Valle del Cauca, senza mai affrontare l'argomento FARC, ossia guerilla. Ora, nel volume "La rose assassinée" del giovane giornalista e storico Loic Ramirez (Pantin, edizioni "Note de la Fondation Gabriel Péri", 2015) ho trovato una riabilitazione quasi totale della stessa FARC, che non sarebbe responsabile né del narcotraffico né di altro (uccisione di civili). (read more-clicca sul titolo)

Il parco della Stazione conteso tra cittadini ed emarginati

Mi voglio soffermare a valutare l’area adibita a verde pubblico adiacente alla stazione ferroviaria, il Parco della Stazione. Quest’area è oggi teatro di scontri e polemiche dal punto di vista della sicurezza e del decoro estetico della città, in quanto, come spesso accade, è “abitata” in gran parte della giornata da persone emarginate e da coloro che utilizzano il luogo per svolgere attività delinquenziali, come ad esempio il traffico di sostanze illecite

Ho preso in esame alcuni articoli del quotidiano locale “Alto Adige” che, nel mese di agosto 2007, ha dedicato diversi servizi sull’argomento riportando commenti originati da forze politiche, dell’ordine e da enti che si occupano dell’assistenza agli emarginati della città.

Degrado delle città: intervenire prima che sia tardi

Franco Zeffirelli, anziano regista d'opera, di cinema, di teatro, intellettuale già prestato alla politica (era stato senatore) riflette su Firenze e il suo degrado (il centro della città invaso da ubriachi, da turisti o clochards che scambiano i grandi monumenti per orinatoi etc., il falso dio-turismo che soppianta la cultura etc.), proponendo, ma era più che altro una provocazione intellettuale, un partito che si faccia carico di ciò, comunque una riflessione attenta sul tema.

Non sono solito frequentare la Florence by night, ma l'impressione (e le informazioni di cronaca) conferma/confermano la tesi del regista. Siamo sicuri/e, però, che in piccolo la stessa cosa non si verifichi anche in altre realtà, inclusa la piccola e culturalmente/artisticamente meno significativa Bolzano?

Credo che i segnali anche là ci siano e siano da cogliere in tempo, prima di trovarsi a fare i conti con una realtà terribile quanto ingestibile. 

Le colpe della politica, in una realtà come nell'altra, sono assolutamente evidenti, in specie per aver favorito bacini  elettorali "redditizi" a scapito di quelli numericamente "meno rappresentativi" ma, forse, non proprio trascurabili....  

E.G.

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