Rieducazione del gesto grafico. Perché scrivere correttamente è così importante per le nostre bambine e i nostri bambini. Intervista alla dottoressa Katia Blasi

Fin dalla prima elementare è fondamentale che i nostri figlioli imparino a scrivere realizzando un gesto grafico armonioso e fluido assieme ad una postura, legata sia al corpo sia all’impugnatura della penna, che siano corrette.

Non si tratta di “bella calligrafia”, ma di insegnare un modo di scrivere che rispetti il ritmo interiore delle bambine e dei bambini, che li metta a proprio agio durante l’atto di scrivere e che, contemporaneamente, renda leggibile per sé e per gli altri quanto si desidera comunicare e che permetta di lasciar scorrere gli aspetti intellettivi, emotivi, relazionali e temperamentali.
Sfugge certamente ai non addetti ai lavori, quanto tutto ciò sia importante per i nostri figli.

Ne abbiamo parlato con la dottoressa Katia Blasi, Psico-Pedagogista, diplomata in Grafologia e specializzata in Grafologia dell’età evolutiva e Educazione del gesto grafico. ( https://blasirewrite.it/ )

Dottoressa Blasi, perché è così importante che i bimbi imparino a scrivere in modo corretto? 

L’uso della penna non deve essere uno sforzo per il bambino, ma deve risultare un gesto fluido che lo aiuti ad esprimere sé stesso a tutto tondo; infatti l’acquisizione di movimenti di motricità fine, che avviene con l’uso del corsivo, si attivano e mantengono durature e importanti connessioni neuronali, fondamentali per lo sviluppo armonioso del cervello, per i processi di memoria e di apprendimento.
Da un punto di vista Senso–Motorio la scrittura manuale consente lo sviluppo di relazioni oculo-manuali in quanto permette che l’attenzione del bambino/a si concentri su un unico punto nello spazio e nel tempo, il gesto grafico diventa pertanto uno strumento di formazione e manifestazione della personalità del soggetto scrivente, con un’alta valenza pedagogica.

Dunque i nostri figlioli non possono apprendere a scrivere in autonomia o senza un controllo esperto.

Tutto ciò deve essere insegnato, il bambino non può essere lasciato solo con la sua penna; maestre e maestri devono insegnare l’impugnatura, la postura corrette e, inoltre, non solo la forma delle lettere ma il “ductus” ovvero la direzionalità del gesto nella creazione delle lettere. Indurre al solo stampato maiuscolo, come troppo spesso accade, è un errore: se ci pensiamo bene, questa modalità di scrittura non può affinare la motricità fine in quanto si compone essenzialmente di tratti verticali, orizzontali o diagonali (M -A -Z – L) mancano quasi del tutto le rotondità, non ci sono i corretti collegamenti tra lettere, un intero mondo neuronale non si attiva, si frena lo slancio emotivo, si annichilisce lo sviluppo della personalità.

postura errata

Quali effetti ha questo impoverimento sullo sviluppo dei bambini? 

Se tutto ciò manca cresce un malessere nel bambino, riscontrabile da un possibile irrigidimento della scrittura, dalla mancanza di armonia e ritmo, incapacità di gestire lo spazio, o si evidenzia una scrittura troppo molle ecc.

Come si può intervenire?

In questi casi si richiede l’intervento dell’educatore del gesto grafico che avrà il compito di recuperare le funzionalità della scrittura, rispettando le progressioni, le pause e le regressioni che caratterizzano qualsiasi lavoro educativo, da cui possono derivare vantaggiose conseguenze dal punto di vista psicologico.
Altro problema è rappresentato da un bimbo certificato disgrafico: attenzione però, anche in questo caso ci sono ampie possibilità di recupero senza adottare immediatamente l’ultima ratio del maiuscolo o addirittura il computer (come previsto dalla legge 170/2010). Prima è necessario tentare percorsi di rieducazione al gesto grafico che hanno il compito di restituire alla persona la capacità di ri-appropriarsi di un fortissimo strumento comunicativo, per esprimersi, attraverso la capacità di padroneggiare la scrittura manuale.
In generale i mezzi compensativi andrebbero utilizzati correttamente e non come scorciatoie.

Un corretto gesto grafico è dunque fondamentale per lo sviluppo armonioso dei nostri ragazzi.

Il gesto grafico attiva una rete neuronale potente e un computer non potrà mai sostituire la scrittura a mano, poiché scrivere a mano non è semplicemente un movimento motorio ma, implica il coinvolgimento di tutto il corpo.
Scrivere a mano è il movimento più fine che l’uomo possa compiere: pensiamo, invece a quanto poco si attivano le connessioni neuronali se di digitiamo le lettere su una tastiera.
Per apprendere a scrivere a mano, il cervello del bambino deve focalizzare ogni tratto in relazione agli altri e imparare i movimenti da compiere per ottenere le giuste forme e questo porta allo sviluppo di una memoria motoria, purtroppo questi sono i valori che oggi, con l’utilizzo sempre più massivo dei pc si rischiano di perdere e di abbandonare. In alcuni casi il computer sembra essere un vero e proprio prolungamento del braccio.
La tecnologia è pratica ma fredda, non permette alle emozioni e alla persona di emergere. La scrittura manuale rappresenta la massima espressione di sé e del pensiero.
La nostra scrittura parla di noi, lascia scaturire il sé, a patto che, come ogni cosa, sia correttamente insegnata ribadendo che non si tratta affatto di “bella calligrafia” e che è necessario abbandonare, finalmente, alcuni stereotipi legati alle cosiddette “maestre storiche”.

Oggi nella scuola si tiene conto di questi aspetti così importanti per la crescita dei nostri figlioli? Perché pare che, come Lei ha anticipato, imperversino, maiuscolo, maiuscoletto e impugnature della penna davvero strane in nome di una presunta istintiva libertà di scelta da parte dei bimbini.

L’impugnatura corretta della penna è davvero importante anche dal punto di vista fisico; le dita non correttamente impostate, la postura sbagliata del corpo rispetto alla penna, al foglio e all’appoggio possono determinare problemi articolari, cifosi della schiena, problemi oculari e tutto ciò influisce chiaramente anche sulla fluidità del gesto grafico e quindi sullo scorrere delle informazioni, delle emozioni, della personalità del bambino.
Infatti, al termine di un percorso di rieducazione del gesto grafico, oltre al miglioramento della grafia, si ottengono molteplici benefici; nel bambino tendono a migliorare l'attenzione, la concentrazione, l’autostima, la motivazione ad imparare, la capacità di autocontrollo e di distensione; ne gioverà l'andamento scolastico generale.

Franco Boscolo 

Last modified onDomenica, 06 Novembre 2022 14:38