Didattica con internet, tutto oro ciò che riluce?
- Written by Pietro Vittorio
- Published in Studi e ricerche
Internet, tutto oro ciò che riluce?
Serge Noiret: Riflessioni sui buoni e meno buoni risvolti dell’insegnamento a distanza con Internet...
Negli ultimi tempi sono apparsi libri critici nei confronti delle nuove tecnologie del computer e in particolare di Internet. Passato il momento dell’euforia telematica, dell’idea di una democrazia della comunicazione e nella comunicazione che, crescendo dal basso senza meta prefissata, niente e nessuno avrebbe potuto far tacere (nemmeno il governo totalitario cinese che prova a erigere barriere attorno a un Internet imbavagliato), nuovi segnali editoriali stigmatizzano invece le perversioni di Internet. La rete si starebbe trasformando da fonte essenziale di informazione e di diffusione di informazioni a vero immondezzaio di notizie incontrollabili e incontrollate dove l’approssimazione scientifica si spaccia per conoscenza vera.
I critici di Internet mettono in evidenza soprattutto l’impossibilità di trovare la propria strada nel mostruoso mare di nefandezze e di individuare spazi di conoscenza vera e accurata, quella che viene vagliata e prodotta da chi, nelle varie discipline, ne è produttore e depositario: intellettuali, accademici, scienziati, tecnici ecc.(read more_clicca sul titolo)
Internet è oggi un luogo dove accedere a spazi di conoscenza scientifica e, soprattutto, un luogo dove poter scambiare esperienze e trasmettere conoscenza dagli scienziati agli studenti uscendo dai luoghi tradizionali di questo “passaggio delle consegne”. Infatti, le sedi ancestrali dell’apprendimento e della conoscenza – le università – continueranno a fornire l’expertise qualificata, il mondo della docenza accademica e le loro qualità scientifiche. Tuttavia, i campus tradizionali potrebbero davvero vivere con Internet una rivoluzione senza precedenti nella storia dell’educazione. L’annullamento delle distanze fisiche tra docenti di università e studenti dispersi in tutto il mondo si può oggi avverare grazie alle rivoluzioni tecnologiche e mentali che Internet ha prodotto nel mondo della comunicazione a distanza.
Ragionando su questa grande fase di innovazione non possiamo dimenticare il quadro di riferimento: le massime autorità istituzionali e governative di alcuni paesi, come gli Stati Uniti, le società produttrici di sistemi operativi e di sistemi di comunicazione che vogliono assicurarsi un lauto guadagno investendo in un mercato ancora in pieno sviluppo, gli studenti che aspirano a una laurea di una rinomata università o a migliorare le loro conoscenze senza dover varcare la porta di casa loro, i docenti che intendono aumentare la loro presenza educativa diversificando le sedi di insegnamento e moltiplicando i loro guadagni con contratti con università e scuole diverse, le imprese private che si lanciano nel mercato per offrire corsi a studenti e a docenti via Internet e, infine, le infinite possibilità di scelta di navigazione da parte dell’internauta, tutti questi elementi fanno del nostro tema un argomento particolarmente caldo, movimentato e complesso da trattare.
L’attività educativa online – E-teaching/E-learning – viene chiamata con diversi nomi e proposta sotto diverse forme: come una electronic or virtual or digital classroom, o come educazione a distanza distance learning o extreme distance learning quando tra docente e studente non c’é una comunicazione sincronica). L’educazione a distanza è un attività antica. Nel passato veniva effettuata soltanto con corsi ed esercitazioni scritte rimandate per posta tradizionale ai docenti (mi ricordo, all’inizio degli anni Sessanta, un mio familiare che passava pomeriggi e serate libere a correggere le dissertazioni dei suoi “studenti per corrispondenza”, come si chiamavano allora. Imprecavo per tutto il tempo che passava senza giocare con me. Oggi, con le tecnologie di internet affronterebbe con molta minor fatica di allora il suo compito didattico e soprattutto organizzerebbe meglio il suo tempo). Oggi, il distance learning può offrire a tutti gli studenti potenziali la possibilità di organizzare meglio le loro giornate e di combinare i corsi con il lavoro ecc.
La Microsoft di Bill Gates – e molte altre società di servizi su Internet – ha già voluto capire quali sono gli elementi necessari più comuni dei corsi online in modo da essere capace di proporre softwares & hardwares che corrisponderebbero a tutti i bisogni degli insegnanti, degli studenti e delle università. Secondo il Training Organizations and Departments di Gates, «there seems to be an emerging “standard” set of components that companies are using in their online classes. Here are some of the most popular components: – Online content, such as student guides, lab exercises and the like – Self-assessment testing – Scheduled chats – Discussion groups – Periodic instructor e-mail broadcasts with supplemental information – E-mail between students and the instructor».
Nel distance learning si usano tutte le tecnologie capaci di individuare con certezza l’interlocutore dall’altra parte del network per capire se uno studente – e quale studente – consulta effettivamente il sito web delle lezioni e anche di monitorare per quanto tempo e, infine, se egli risponde agli e-mails e manda i lavori che vengono richiesti tramite posta elettronica facendosi così coinvolgere nell’intero arco delle pratiche virtuali. Ciò anche perché c’è il problema dell’abbandono del corso online prima della sua fine. Per capire come ovviare anche a questo problema esaminiamo come si svolge una digital classroom. Nella lezione tipica uno studente «can click on folders and files to read lectures and open assignments. Rather than taking notes while a lecturer speaks, students in online classes read lectures at their own pace. However, since there are no structured classes online, courses may require more self-discipline».
Esistono soluzioni a questa perdita del contatto didattico nel cyberspazio dove molto, se si vuole, può rimanere anonimo? Come verificare se lo studente è stato o no collegato al sito e infine se, essendo collegato, egli risponde entro 24 ore di tempo agli e-mails mandati dai suoi professori come richiami ad accelerare l’insegnamento, a proseguirlo e a rispondere alle esercitazioni? Qui, non si tratta soltanto di identificare chi staziona online, ma di dare impulsi agli studi virtuali! L’università di Phoenix assicura che i suoi studenti «are required to log on at least five of seven days in a week and submit notes as many times. Both administration and the faculty monitor the activity and notify each other if someone is found to be deviating from the requirement. Urgent notes are sent to the individual student, and the software check if the note has been delivered and read». Per di più nel voto finale dello studente viene assegnata una percentuale del 10% alla partecipazione in linea per favorire il seguito delle lezioni. Una società privata, invece, offre un Online Help Desk e fornisce tutte le informazioni tecniche sui softwares utilizzati; un e-mail support, un servizio di e-mail con la società che possa funzionare 24 ore su 24 e che promette la risposta sempre entro 6 ore dalla richiesta; e, infine, un phone support, un servizio di risposta telefonica dalle 7 del mattino alle 7 di sera e di segreteria durante la notte e i weekend per permettere la risposta il giorno successivo.
Numerose sono le ditte private e le istituzioni non-profit che preparano gli insegnanti ai nuovi metodi. Spiegano come usare le nuove tecnologie e costruire ipertesti delle lezioni che vogliono impartire. Essi vengono messi a conoscenza dei modi tecnici necessari per preparare il contenuto delle lezioni digitali che contengono – oltre al testo di base da convertire in un formato “html” –, grafici, statistiche, analisi sotto forma di tabelle, fotografie, altre mirate risorse online ecc. Tutte queste iniziative e investimenti in tempo, tecnologie e denaro vengono fatte perché sembra che studiare online piaccia davvero agli studenti americani e, seppur in maniera inferiore, a quelli europei, anche se è stato verificato che le nuove tecnologie richiedono molto più lavoro dell’insegnamento tradizionale: le esercitazioni da rendere tramite posta elettronica coinvolgono infatti tutti gli studenti nella partecipazione al corso.
Non sono poche le critiche e i problemi che il mondo dei docenti, specie universitari, rivolge al distance learning Oltre al rapporto educativo tra studente e docente, i corsi online postulano nuovi e difficili rapporti tra professori e università: ad esempio, in alcune università hanno già scioperato contro la diffusione sempre più sistematica delle virtual classrooms. Qualcuno sostiene, infatti, che con l’online teaching si delineerebbe uno scenario apocalittico con la possibilità di un vero interscambio tra docenti, la figura dei quali non sarebbe più così importante per l’insegnamento, visto che lo studente non avrebbe che pochi o addirittura inesistenti contatti diretti con loro! Insomma, le cose non sono semplici nell’insegnamento tradizionale, ma anche nella didattica a distanza …!