Ancora alle urne in Austria per le presidenziali

All'inizio d'ottobre elezioni presidenziali (o meglio terzo turno, anzi "remake" del secondo) in Austria: al di là della personalizzazione dello scontro, essendo stati esclusi i grandi partiti (OEVP e SPOE, ossia centristi cattolici e socialisti), lo scontro sarà tra i nazional-liberali (FPOE) e i verdi, quest'ultimi in versione però istituzionale e filo-europea...

I nazional-liberali cavalcano da destra la protesta antieuropea (che condivido in parte, ma non nella versione "destrorsa"), come la Le Pen, come altri partiti europei-euroscettici, anche in Nord Europa, Germania, Europa dell'Est, in parte come il leghista Salvini. Naturalmente tale protesta si accentra, anche se non unicamente, sulla questione emigrazione, mai affrontata seriamente né in sede europea, né da parte dell'ONU...

36 anni dalla strage di Bologna

36 anni dalla strage della Stazione di Bologna, costata 88 morti e 200 tra feriti e mutilati: condanna di Giusva Fioravanti e Fancesca Mambro, terroristi neofascisti, che però si dicono innocenti, anche se solo per questa strage. Depistaggi, piste "fantasiose" (i Palestinesi, mai stati santi, ma non interessati a fare stragi in Italia in quel momento, i "Libici", Carlos, terrorista di sinistra non coinvolto) e dubbi su coinvolgimenti della P2 di Licio Gelli e dei servizi segreti, dubbi mai chiariti. Giustizia lentissima, in particolare sulle stragi, errori (voluti?) dei potenti di turno. E rimane il giusto furore delle famiglie che hanno perso i loro cari, senza mai aver avuto "piena giustizia".

Eugen Galasso

Commenti poco competenti sulle "primarie" USA

Per commentare le "primarie" presidenziali USA stiamo sentendo quasi unicamente commentatori statunitensi rigidamente "clintoniani", anche proprio nel senso di Hillary, in RAI e nelle TV anche "altre" (la 7, Sky etc.), con qualche problema anche linguistico con l'italiano, talora anche con accenti un po' "sconcertanti". Non è per proporre un "trumpiano" (o trumpista, chissà) come Edward Luttwak, anche perché Donald Trump, il "Paperon de'Paperoni" (o no? Non si sa, probabilmente) è lontano anni luce da chi scrive, sul piano politico, ma a qualcuno di questi commentatori andrebbe proprio detto che, a parte la conoscenza dell'italiano, non sempre migliore di quella di un Luttwak, forse sarebbe da valutare anche la loro conoscenza e competenza delle questioni geopolitiche e geostrategiche, paragonata a quella di una persona che ha fatto parte dell'amministrazione USA quando era repubblicana e che ha dimostrato di sapersi esprimere in merito alla questione italiana certamente con maggiore competenza di chi oggi si spaccia per fine conoscitore (conoscitrice) dei rapporti internazionali ed europei, mentre, magari, questi commentatori oggi in auge della situazione italiana e internazionale conoscono solo le vicende degli ultimi due o tre anni.

E. Galasso

Sindaco 5Stelle a Livorno: una "rivoluzione" che non si vede

A due anni dall'elezione di Filippo Nogarin, sindaco 5 Stelle di Livorno (anzi, da 1 mese e mezzo è entrato nel terzo anno), i giudizi sul suo operato sono contrastanti. E' di poche ore fa la notizia che ha ricevuto una lettera di minacce, contenente anche due proiettili, motivo per cui merita la solidarietà, come si suol dire, "a prescindere". Ma la sua azione di amministratore, i risultati della sua gestione dei problemi dei cittadini, non sono certo soddisfacenti. Il problema della pedonalizzazione e del traffico in città non appare risolto (anzi; del resto Nogarin lo riconosce "tranquillamente"), altri aspetti dell'amministrazione "pentastellata", come il problema degli asili, dell'immigrazione e altro, rimangono "sospesi": insomma, quella che, come in altre città, si annunciava come una "rivoluzione grillina", va probabilmente ridimensionata e riconsiderata al di fuori di luoghi comuni.

Il golpe turco e l'ignavia dell'Europa (anche se ...)

"Occhi chiusi dell'Europa" è il titolo dell'articolo di Claudio Martelli uscito lo scorso 21 luglio sul"QUotidiano Nazionale": è sempre lucido come ogni testo del politico e politologo di provenienza socialista e tuttora socialista, se pur non impegnato politicamente.

Martelli paragona il "putsch" (o golpe, se si vuole) turco con l'incendio del Reichstag berlinese, nel marzo 1933, autopoiesi del nazismo - avvento al potere dell'ìmbianchino-pittore fallito-agitatore politico (purtroppo trasciante) Adolf Hitler. E descrive la miseria politica del governo tedesco dell'epoca nel contrastarlo, meglio nel non saperlo-volerlo contrastare.

Idem per l'Europa oggi di fronte ai fatti turchi (o il fantasma dell'uropa, direi io, dato che non ne rimane altro...rispetto alle idealità di Spinelli e Rossi nel "Manifesto di Ventotene"; del resto anche nel mito la ninfa Europa non è che si neghi molto a Zeus/Jupiter) e conclude che "Se l'Europa esistesse , i negoziati (con la Turchia, sott.) li avrebbe già interrotti" (e qui Martelli enumera le violazioni dei diritti umani).

Verissimo; ma ricordo a me stesso e a chi vuole che l'Europa, fin troppo allineata alla NATO, ha tollerato a suo tempo: i colonnelli greci, i regimi para-fascisti di Salazar e Caetano in Portogallo, Francisco Franco y Bahamonde in Spagna etc., per non dire dei militari turchi dei vari golpe succedutisi nel Secondo Novecento: si vedano certi film se non si vogliono leggere opere storiche... Tutto per non disturbare il manovratore USA...

Eugen Galasso

Argomenti del dibattito sulle riforme istituzionali italiane

Si avvicina il referendum sulle modifiche alla Carta Costituzionale e si intensifica il dibattito pubblico. Ci sono posizioni veramente troppo semplificatorie su questo che è un tema tanto delicato quanto importante per definire l'assetto complessivo dello Stato, e quindi su come i cittadini ritengono debba essere strutturato il loro Stato. Troviamo un intervento di Claudio Martelli, (in un fondo a pp.1-2 del "QN-Quotidiano nazionale" di giovedì 7 luglio) che, per portare avanti una riflessione sulla situazione politica creatasi con il ventilato referendum sulla riforma costituzionale, non trascura il passato, raffrontandolo con il passato prossimo dell'"ossessiva campagna mediatica e giudiziaria contro Berlusconi", ma anche con la situazione presente di Ostia, dove le non condanne sembrano smentire il teorema di "Mafia capitale".

Contraddizioni della giustizia, impossibilità di conciliare diritto e procedura? Lo sapremo o non lo sapremo mai? Una revisione dei codici sarebbe ancora una volta d'uopo...

In altri paesi, ha ragione ancora Martelli, statisti come Kohl, Mitterand, Sarkozy non sono stati spazzati via dal loro posto per "le attenzioni delle rispettive procure". E poi esamina anche la crisi globale, di tipo economico (ma sempre anche politica) con il pericolo di voler "distruggere la domanda per risanare i conti" (la ricetta anche iterata di Mario Monti, con gli esisti negativi noti) oppure l'azione politica dei populisti che arrivati al governo (nei Comuni, per ora, ma c'è che scommette sul loro successo anche a livelli istituzionali più alti) non sanno che cosa fare...

La distruzione della classe dirigente politica sostituita da tecnici è golpe, il populismo non si sa dove porti...

Eugen Galasso

Decisione nazionalista della componente di lingua tedesca del Consiglio provinciale: gli altoatesini non si chiamino più tali!

Ora i cittadini (termine sicuramente inviso agli iper-clericali di estrema destra quali i "Freiheitlichen", in quanto deriva dalla Rivoluzine francese...che orrore, per chi ama ancora altari e troni...; in tedesco l'espressione "Buerger" è meno forte, in quanto significa non solo=cittadini, ma anche=borghesi, il che va già meglio...) italiani dell'Alto Adige non si possono più chiamare "Altoatesini", perché Altoatesini, come Alto Adige, sarebbe espressione "fascista". Questo è il risultato del voto del Consiglio provinciale, su un documento proposto dai Freihetlichen, votato da molti SVP, senza aver ricevuto un voto di consiglieri che si sono dichiarati appartenenti al gruppo italiano!

Ora, invece, "Haut Adige" è espressione risalente all'epoca napoleonica, e che poi sia stata usata anche dal fascismo "ne fait rien à la chose" (non ha alcuna importanza, non importa per la questione specifica).

Ma evidentemente i "Freiheitlichen", ma anche la SVP che ha appoggiato in modo determinante (è chiaro il décalage, il divario numerico), hanno poca consuetudine con la storia...

Fare questa proposta e votare questa proposta altro non è che una manifestazione di nazionalismo, e quindi una forma di "fascismo" sudtirolese...del resto con la provenienza ideologica-culturale che hanno i "Freiheitlichen", e anche molti/e esponenti della destra SVP, non c'è da stupirsi...

Ora, da ex-esponente del MOET (Movimento obiettori etnici), ex perché il movimento non esiste più, farò "outing": sono obiettore etnico, in quanto di origini italo-austriache (Salzburg/Salisburgo, però, non Tirolo tantomeno "Suedtirol") e nato solo per caso in Haut-Adige/Suedtirol o come accidenti si voglia chiamarlo...

Eugen Galasso

Ancora qualche osservazione in merito alla Brexit

Ancora qualche chiarimento, meglio, qualche controargomentazione ai luoghi comuni che ormai fioriscono sulla "Brexit": A) non è vero che tutti gli Scozzesi siano per il"Remain" B) Non è vero che gli Inglesi, ma in genere i Britannici siano razzisti: la questione immigrazione (che comunque è selvaggia ed andrebbe regolamentata, come in Australia si fa da decenni) ha influito solo in parte sulla decisione di votare "Brexit" C) altri motivi veri alla base della decisione di voto sono l'irreggimentazione da parte dell'UE su dimensioni delle merci, mercati etc., il "rigore" merkeliano e schaeubliano universalizzato (e non aggiungo una considerazione su Schaeuble, per paura di non coinvolgere anche l'amico direttore di questa testata giornalistica in una denuncia per correità in "apologia di reato"); D) altrettanto falso è che i giovani abbiano votato tutti per "restare in Europa": la maggior parte si è astenuta. La retorica (di Renzi, certo, ma non solo) sui poveri"erasmisti" (studenti dell'"Erasmus") che avranno grossi problemi e sugli immigrati italiani in genere è una bufala colossale, studiata ad arte. Per due anni, come bisogna riconoscere, non ci sarà alcuna modifica, poi...si vedrà.    

Eugen Galasso 

Usciti gli inglesi dall'Unione Europea. Ma questa è l'Europa disegnata dai Padri fondatori?

"Sono brexista, ebbene sì". Quella che abbiamo oggi, a mio parere, è un'Europa iper-neo-liberista, schiacciata sugli eurocrati finanziari, in specie germanici, che ha affamato la Grecia, minacciato la Spagna e il Portogallo, commissariato l'Italia con un governo extra-parlamentare e anti-popolare (quello di Mario Monti, imposto dalla Merkel e per interposta persona da Napolitano), che non ha nulla a che vedere né con il "Manifesto di Ventotene" né con gli ideali di Schumann, De Gaulle, De Gasperi e degli altri...

Si affermano le forze antisistema ai Comuni di Roma e Torino: ma quando si governa si cambia atteggiamento?

Ancora una volta "ci interroga" un articolo di Claudio Martelli, ormai da tempo solo politologo e non più politico attivo (pur se rimane la passione). In un testo sul populismo (editoriale di sabato 18 giugno scorso, in "QN"), dove spiega come la fiducia verso destra e sinistra (con l'alternanza) sia caduta con la caduta dei due blocchi post-bellici (Est, ossia URSS e Patto di Varsavia, contro Ovest, cioè USA e Nato e tutto il resto a coronamento).

Oggi, con la crisi più forte dal 1929 (ma peggiore, quasi certamente), con le conseguenze della stessa, con la paura degli immigrati, in Europa ma anche negli States le forze antisistema hanno "facile gioco", ma poi... Quali effettive risposte ai problemi, quali proposte concrete? Certo, comunque, non tutto si risolverà molto facilmente.  

Martelli scriveva prima del secondo turno elettorale; oggi sappiamo come sono andate le cose: chi scrive gode del fallimento PD e lo confessa, ma sarà ben più interessante esaminare gli slittamenti in atto, e che verranno attuati (i "riposizionamenti"), nel PD, nel centro-destra, dappertutto, persino... nel Movimento 5 stelle.

E' lecito pensare, infatti, che quando si governa, sia pure una città (ma Roma e Torino sono grandi città metropolitane, più grandi di vari Stati), si cambia atteggiamento e anche "teoria politica" rispetto a quando si fa opposizione e propaganda elettorale, come sa ogni studente di Scienze politiche del primo anno, se non del primo semestre...

Vedremo, ma le analisi martelliane, in complesso, offrono anche stavolta spunti interessanti e in gran parte condivisibili, da esaminare anche alla luce di future evoluzioni, da non scartare. Arriva l'estate, ma anche questa stagione, in Italia, è spesso foriera di scossoni, riposizionamenti, ed altro ancora...    

Eugen Galasso

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