Riflessioni sul 25 aprile nell'ottica sudtirolese

Il 25 aprile terreno di scontro, ancora oggi (a più di settant'anni di distanza) valore non condiviso, il che fa riflettere sull'ignoranza storica diffusa.

Quando si sente dire, ancora, che è "festa comunista", si tratta di una sciocchezza data dall'ignoranza: notoriamente, nella Resistenza c'erano tutti: comunisti, socialisti, liberalsocialisti (Partito d'azione), cattolici, liberali, persino (pur se minoritari, marginali) dei monarchici, il che peraltro non fa onore a un movimento nel quale il re, ossia il capo riconosciuto dei monarchici, aveva concesso poteri assoluti e indiscriminati a Mussolini, salvo poi ritirarglieli nel momento nel quale tale scelta era diventata pericolosa...

L'ignoranza storica, venendo alla realtà sudtirolese/altoatesina, è profondamente radicata in Suedtirol/Alto Adige, dove non si tiene minimamente conto della realtà storica: una cultura diffusa (parlo di scuole, di istituzioni culturali, di giornali e riviste, di quella che in quella regione è ancora il dominus assoluto, la Chiesa cattolica) che all'antifascismo e all'antinazismo non ha mai dato particolare rilievo, anzi, ritenendo "la Resistenza solo cosa dei comunisti" ("das sein lauter Kommunisten", "son tutti comunisti"), fino alla sua morte o quasi (è morto a 99 anni...) ha dato spazio, nel giornale locale ("Dolomiten") ad Otto von Habsburg, il quale, da buon erede della casa reale d'Austria-Ungheria, ha svolto il ruolo del sostenitore di testi clerico-reazionarie. Cose su cui meditare è compito necessario.

Eugen Galasso
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Last modified onVenerdì, 26 Aprile 2019 19:59