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Primarie PD: un breve approfondimento sul terzo arrivato, Roberto Giacchetti

O tutto ormai è molto flou (e lo è, per davvero), oppure qualcosa non mi torna: certo, Bobo (Roberto, per chi è più serio) Giachetti, terzo piazzato (dunque ultimo) nella terna delle primarie PD nella quali ha prevalso Zingaretti, doppia tessera PD-Partito Radicale Transnazionale, sembra sia stato massicciamente votato dai Renziani (oltre che dallo stesso Renzi).

La ruota del circo mediatico-giudiziario gira: ora tocca a Renzi.

Ora è la volta di Renzi: nel circo mediatico-giudiziario, che vuole condannare qualche politico scomodo (magari solo situazionalmente) ogni tanto si accende una lampadina: ora è quella di Matteo Renzi, i cui genitori sono agli arresti domiciliari. La separazione tra i poteri (esecutivo-giudiziario-legislativo), previsto dalla Costituzione e teorizzata da Montesquieu, non sembra valere, ormai più gran chè.

Un attacco stupido

Una ONG tedesca ha dato del "fascista" (scusandosi poi in modo sciocco-peso el tacòn del buso...excusatio non petita per i più colti) a Salvini per aver chiuso i porti alle navi di soccorso piene di migranti.

La crisi dei partiti, figlia della mancanza di riferimenti ideali

I partiti, non solo in Italia, sono in crisi: c'erano state le "sirene felici" del crollo delle ideologie, quasi un partito-movimento potesse basarsi su nulla (sul nulla, se volete), mentre ora, senza riferimenti ideali (la differenza tra ideologie e idee è molto sottile quanto specioso), si affermano "politici" e "politiche" (nel senso delle proposte) che sono nulla e sanno di nulla.

Fare chiarezza. Anche nella vita interna del sindacato

Da persona poco patriottica, anti-nazionalista per essentiam, mi permetto sempre di giocare sul montiano "Bella Italia, amate sponde", virandolo in "Golpitalia": golpe per me era stato quello di Giorgio Napolitano, autunno 2011, quando liquidò tout court un governo (certo non il migliore di quelli possibili), nominando ex abrupto Mario Monti, economista della "Bocconi" nonché commissario europeo dapprima senatore a vita, poi Presidente del Consiglio - sul governo Monti non mi esprimo, per non creare problemi al responsabile del sito, ma basterà dire che la prassi costituzionale avrebbe voluto lo scioglimento delle Camere e l'indizione di nuove elezioni.

Tom Wolfe sulla valutazione di Trump va controcorrente

Nonostante l'affanno dei media, volto a dimostrare che la presidenza di Trump (che ha ormai o meglio solo poco più di 100 giorni) è catastrofica, si incontrano dei "trumpisti", forse più negli States che altrove.

Tom Wolfe, romanziere, saggista, giornalista che ha raggiunto le ottantasei primavere, senza esaltarlo ce ne dà un ritratto non certo negativo, mostrando invece come l'intellighentsia "sinistroide" (come in Italia, per dire, quanto si muove intorno al gruppo "La Repubblica-L'Espresso" si accanisca aprioristicamente contro il neo-presidente, mentre esalta "a prescindere" il linguista (e pensatore e mass-mediologo) Noam Chomsky, che ritiene innata l'acquisizione del linguaggio, pur se si dà dell'esistenza di popolazioni che non usano parole per designare molti concetti, a iniziare dai colori.

Eugen Galasso

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